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Gli Ex Voto

Il Santuario > Pompei tra Cronaca e Storia

*Gli Ex voto di Pompei

(Non c’è pellegrino che non si sia soffermato ad ammirare, commosso, gli ex voto del Santuario di Pompei sono i doni che da cento anni, adornano i corridoi adiacenti la Basilica ed il Museo. Oggetti vari e quadri e foto si susseguono a migliaia. Una testimonianza inequivocabile della bontà della Madre e della riconoscenza dei figli).
“Tutti questi segnali, che provengono da ogni parte del mondo, e in gran parte da persone a noi ignote, attestano grazie ottenute da Dio.
E a tutti è noto che questi voti rappresentano appena una minima parte dei prodigi operati dalla
augusta Signora della Valle di Pompei. Perocchè il maggior numero di coloro che vengono qui a ringraziare non lascia un muto ex voto di oro o di argento che resterà sospeso ed ignorato senza produrre alcun benefizio né all’infanzia che qui si educa all’ombra del Santuario di Maria, né alcun incremento al culto religioso che qui si esercita con sovrana magnificenza. Per contrario la più parte dei beneficati dalla Vergine di Pompei, bene interpretando la volontà di Dio sciolgono i loro voti di ringraziamento con offerte di danaro.  
(Bartolo Longo)
Chi visita oggi il Santuario della Vergine del Rosario, più noto in Italia e nel mondo come Santuario di Pompei, si incontra necessariamente con un buon numero di ex voto, testimonianza della potenza del Santuario stesso, passata e presente. I luoghi in cui si stabilisce un rapporto fra il visitatore (ed il devoto) e questi segni evocanti una presenza misteriosa intervenuta in momenti tragici, personali o collettivi, sono tre.
La sala del tesoro
Che raccoglie gli oggetti più preziosi donati come ex voto al Santuario stesso; vi si vedono e ammirano ori e argenti, porcellane e maioliche, armi e così via
.
Lunghi corridoi
Vi si accede attraverso un itinerario che comprende due lunghi corridoi, ricchi di stimoli e suggestioni per un viaggio spirituale futuro quand’anche semplicemente curioso presente.

Il primo corridoio
Su una fascia collocata al di sopra dell’altezza media di visuale nel primo corridoio si susseguono 53 tabelloni lignei ai quali sono appesi 833 ex voto della più varia natura – da quelli dipinti e fotografici a quelli anatomici, argentei e oggettuali disposti  tutti insieme alla rinfusa.
Il secondo corridoio
Nel secondo corridoio altri 21 tabelloni, inframezzati a quattro enormi quadri relativi alle vicende di Bartolo Longo e del Santuario stesso, contengono 341 ex voto. In tutto sono esposti all’attenzione del visitatore 1174 ex voto, fra i quali si  annoverano ben 222 ex voto dipinti (pari al 18,90%), tutti compresi fra il 1892 ed il 1982. Questi ex voto sono oggetto della massima attenzione, perché di facile accesso e godimento, ma non si possono trascurare quelli fissati sulle pareti del Santuario stesso: in sei lunette attorno al transetto sono affissi non meno di 3000 ex voto anatomici d’argento, raccolti e sistemati in quella collocazione inaccessibile al momento della ristrutturazione del Santuario stesso nel 1939.
Fra le grazie ricevute nel 1876 – sia detto per inciso – (otto in tutto, cinque prima e tre dopo la benedizione della prima pietra di fondazione del Santuario), due toccano da vicino Bartolo Longo: “una fu concessa a me”, ricorda, “in persona di mia madre; l’altra al mio primo compagno datomi dall’eccellentissimo Vescovo di Nola, Rev. don Gennaro Federico, in persona di suo padre”. Nel 1887 ne menziona solamente una. Anche se il Longo afferma di non poter “narrare
tutte le altre grazie singolari di liti guadagnate, di paci riacquistate, d’infermità fugate, tanto nel corso del 1877, quanto in quello del 1878”, in realtà vela un anno “di dure prove” in cui anche il portentoso sembra quasi svanire.
Con il 1879, anno del centenario di Pompei, crescono finanziamenti e grazie provenienti non solo dall’area campana. Se è vero che ben 48 grazie su 57 furono riconosciute come tali dai napoletani, è altrettanto vero che le rimanenti vengono attestate ad Oria, Foggia, San Severo e Cerignola in Puglia, da Roma, da Cremona, da Milano testimoniando un’attenzione crescente verso Pompei, sollecitata dalla pubblicazione e divulgazione de “I quindici sabati del SS. Rosario” (Napoli 1877).
Sin dal 1888 Bartolo Longo constatava che gli attestati di grazie ricevute erano così numerosi che “torna ormai impossibile di poterne seguire la relazione” progressivamente, come aveva fatto in precedenza su “Il Rosario e la Nuova Pompei”. L’abbondanza di attestati costringe da un lato alla selezione delle grazie “più importanti” ai fini della pubblicazione, dall’altro ad un riassunto estremamente succinto o, addirittura, ad una semplice indicazione di luogo e di generalità del graziato.
Tutta una storia, tutta una pena, tutto un travaglio viene compendiato in brevissimi elementi che talora rendono conflittuale il rapporto fra la rivista ed i suoi lettori: “domandiamo un po’ di pazienza agl’impazienti devoti di Maria che desiderano veder presto pubblicate le loro grazie”. Anche se non si tiene più conto del numero progressivo, come si era fatto fino al 1887, anche se si danno spesso sommarie indicazioni degli straordinari fatti attribuiti all’intervento mariano, si conservano tutte le testimonianze – in genere lettere e corrispondenza diretta al Longo – nell’archivio del Santuario, come tante pietre che costituiscono la vera forma e la vera storia del Santuario stesso …
Ma guardiamo con più attenzione gli ex voto dipinti, oggi presenti, per cercare di coglierne qualche caratteristica, di ricostruire qualche scenario possibile.
Anzitutto ecco qualche dato sommario relativo ai 222 ex voto dipinti. La maggior parte (55,40%) si colloca in un ambiente genericamente urbano, raffigurante case, palazzi e interni di ambiente ospedaliero (16,21%).
La città, sia essa una grande metropoli come Napoli o Milano oppure un grosso insediamento urbano come Torre del Greco, Pozzuoli, Acerra, Afragola o Caserta emerge col suo pulsare vivo, con le contraddizioni, ecc. Non manca uno scenario rurale indubbiamente minoritario (pari al 31,53%) ed uno scenario marino che, per quanto estremamente ridotto (pari al 13,96%) risulta molto interessante, essendo per la maggior parte (9,45%) concentrato fra le più antiche testimonianze votive del Santuario stesso. È ovvio che a quest’ultimo genere di dipinti votivi corrisponde una classe sociale precisa, come quella marinara. Negli altri casi ci si deve limitare a prendere atto della presenza, sulla scena, di protagonisti genericamente qualificabili come “ceti popolari” rintracciabili nel 46,84% degli ex voto.
Ma, a prescindere dalla individuazione evidente di rappresentanti di ceti dominanti, ricchi signori alto borghesi, che non superano la quota del 5,40%, quasi sicuramente sono definibili come appartenenti a ceti popolari anche gli altri protagonisti di ex voto dipinti, peraltro
difficilmente classificabili. Il protagonista spesso viene collocato all’interno di un ambiente chiuso, giacente ammalato in un letto, assistito e confortato, soprattutto negli ex voto dipinti posteriori al 1945, da medici e suore: è il 31,53% dei casi. La camera è generalmente una tipica camera di ospedale in poco meno della metà delle situazioni visibili.
Si individuano facilmente alcuni pittori specializzati che utilizzano moduli fissi. Il più importante, attivo fra il 1946 e il 1965 raffigura la parete di un ambiente ospedaliero sul cui sfondo colloca la porta ed un mobiletto (a destra di chi guarda), un letto con l’ammalato graziato e un altro mobiletto (a sinistra), in alto al centro l’immagine della Madonna. Ma la scena, comprendente sempre una porta, può vedere un tavolo operatoio e, a lato, un tavolino con strumenti medici.
Colori dominanti i rossi del pavimento al limite con la terra bruciata, i marroncini, ma talora compaiono anche i verdi, bianchi delle porte e dei camici. A questo pittore si fa ricorso particolarmente dall’area napoletana e campana…
In genere sulla scena appare un personaggio maschile (nel 45,49% dei casi). Il fatto va rimarcato come assolutamente notevole, quando altrove, soprattutto in Santuari del nord, l’uomo risulta invece un protagonista del tutto secondario rispetto alla componente femminile, a Pompei, indubbiamente non elevata (pari, infatti, al 25,22%).
Il personaggio viene collocato, in genere, in basso e, nella metà esatta dei casi esaminati, al centro, mentre ai due lati, grosso modo, compare in un quarto dei casi. Il modo iconografico che privilegia la centralità dell’azione e vede uno schema basso-alto e viceversa, piuttosto che uno schema incrociato sembra abbastanza interessante. Trova conferma nella debole accentuazione
della collocazione della immagine mariana in alto a sinistra del dipinto votivo (visibile nel 37,83% dei casi), bilanciata da forti ed equivalenti presenze mariane al centro e a destra, (ma pari al 28,37%). Lo schema basso-alto evoca un rapporto di dipendenza e di protezione diretta di promanazione immediata della potenza taumaturgica, di annullamento del dialogo tramite la negazione visiva della distanza.
Se si guarda ai casi rappresentati, si scopre che il 9% riguarda malattie dell’infanzia, il 30,18% malattie non precisate. Incidenti con veicoli e automobilistici costituiscono un rilevante 24,32%, mentre gli incidenti sul lavoro sono il 3,60% e i casi di annegamento e/o naufragio ammontano al 10,81%.
Come si vede, a differenza di altri Santuari, in cui la componente votiva extradiocesana o extraregionale è piuttosto una eccezione, qui la componente nazionale è dominante e caratterizzante.
Molto banalmente: il Santuario di Pompei, sin dal primo momento, si colloca in una dimensione non dissimile da quella del Santuario Lauretano o Antoniano ben più antichi e con un pubblico devoto già orientato. Tuttavia gli ex voto dipinti, anche se non sono rappresentativi della realtà nazionale presente a Pompei, permettono di avvicinarsi alla realtà religiosa del voto.Se la storia del Santuario è costituita dal portentoso ivi manifestato grazie ai prodigi senza numero, “il miracolo che tutti gli altri compendia”, nota lo stesso Bartolo Longo ripensando agli eventi di cui è stato protagonista e testimone, “il miracolo-sintesi è essa stessa, la meravigliosa cittadina della Madonna”.
Bartolo Longo aggiunge che “senza i miracoli della Madonna” non avrebbe potuto dare neppure inizio all’Opera pompeiana.

*Testimonianza di una fede viva

Tavole dipinte, quadri ricamati, montaggi fotografici, collage e tanto altro è esposto sui numerosi pannelli, affissi lungo i corridoi interni del Santuario di Pompei. Sono la prova di quanto sia grande la devozione per la Vergine Maria e per il Beato Bartolo Longo, che ascoltano ogni preghiera e intercedono presso Dio.
È difficile quantificare gli ex voto donati ed esposti negli anni a Pompei.
Una pubblicazione del 1990 (La Madre bella di P. Caggiano, M. Rak e A. Turchini) ne riportava esposti nell’anno 1988 circa 1210, ma molti furono trasferiti in un magazzino per far posto ai nuovi che continuamente giungevano.
Attualmente, nei lunghi corridoi che circondano la Basilica, troviamo esposti nei numerosi pannelli in legno ex voto, che comprendono: tavolette dipinte ottocentesche, quadri di ricami, con la varia grammatica di fiori, racemi e santi, ritenuta scrittura votiva per i suoi nessi con le lavorazioni conventuali, quadri e teche con montaggi fotografici e collage divenuti nel tempo schemi dominanti e che si pongono come naturali eredi degli ex voto dipinti, arricchiti da ritagli di giornali che riportano notizia relativa al proprio incidente, da trecce e chiome recise donate dalle donne per impetrare una grazia, lamine d’argento di forme anatomiche ad indicare la parte malata e poi guarita.
A questi vanno ad aggiungersi i non meno 3.000 ex voto anatomici d’argento, disposti nelle otto lunette attorno al transetto, sistemati al momento della ristrutturazione del Santuario nel 1939 e quindi cronologicamente tutti anteriori a quella data. Infine nel Museo, riordinato dopo il
Concilio Vaticano II, sono esposti gli oggetti più preziosi: porcellane, medaglie, armi, trofei, rosari, gemme, ecc.
Essi non sono che una piccola parte del più grande tesoro di grazie documentate da ogni parte del mondo, America, India, Cina e attribuite all’intercessione della Madonna.
La donazione di ex voto non si è mai arrestata a Pompei e numerosi sono i graziati che arrivano a Pompei della Beata Vergine  portando con sé il dono per la grazia ottenuta, e tante volte vi fanno ritorno con i propri familiari per cercare, in mezzo agli altri, la loro testimonianza e sovente è la delusione quando non riescono a rintracciarla sulle pareti espositive.
L’esposizione permette ai devoti di assumere un formulario ideologico comune e di apprendere un insieme di segni.
La lingua dell’ex voto ricorre a semplificazioni nell’intento di rendere una piena, trasparente e immediata leggibilità.
È interpretando anche questa istanza che l’Arcivescovo Mons. Liberati ha voluto far allestire altri pannelli espositivi, affinché tutti i nuovi ex voto insieme ai tanti accantonati nei depositi, sepolti dalla polvere e dall’anonimato, trovino dignitosa collocazione nei luoghi sacri del Santuario.
Ogni voto indica una storia personale ma nel momento in cui questo viene affisso si esalta nell’ambito di una tradizione sacra collettiva che si inserisce in quella più grande del Santuario. Cambiare l’ordine espositivo degli ex voto significa anche cambiare il senso della comunicazione con il sacro dei loro devoti, interpretandone le istanze.
Possiamo affermare che l’ex voto è un mezzo per eternare ed esternare la preghiera dell’orante che è stata accolta e beneficata.
La Madonna di Pompei è invocata con i nomi più dolci e le richieste più toccanti, “… chi ha una grazia da chiedere la chiede alla Madonna di Pompei, chi vuole un miracolo non trepida, non esita: va a chiederlo alla Madonna di Pompei…” così scriveva lo storico De Luca G. nel 1939, e il Beato Bartolo Longo in un interessante paragone fra Lourdes e Pompei ebbe a scrivere: “A Lourdes la Vergine fa miracoli perché la fede si risvegli, a Pompei la Vergine fa miracoli perché si risvegli l’orazione”, e l’orazione è soprattutto il Rosario, percorso orante di preghiera e magistero di vita.
Chi nella celebre “Supplica” almeno una volta non ha recitato: “degnati benevolmente o Maria di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie”… e la Madonna di Pompei ancora oggi intercede per i suoi figli, dispensando grazie, come attestano le numerose espressioni di riconoscenza e pura religiosità degli “ex voto”.
(Autore: Nunzia Improta)

*Cos'è un ex voto devozionale

La drammaticità delle immagini esprimono la difficoltà dei casi e la fiduciosa speranza dei devoti in attesa di un segno di benevolenza dal Cielo. Il Santuario espone una ricca galleria di ex voto.
Visitando Santuari e luoghi di fede ci si imbatte spesso nell’esposizione di raccolte di ex voto
devozionali. A Pompei i prime “ex voto” cominciarono ad arrivare quando il Santuario era ancora in fase di costruzione fra il 1876 e il 1887, con il diffondersi della devozione alla Madonna del Rosario, a seguito dell’arrivo della miracolosa Immagine il 13 novembre del 1875.
La parola “ex voto” deriva dal latino “ex voto suscepto”, “secondo la promessa fatta”. Offrire un ex voto vuol dire sciogliersi da un obbligo con un Santo o altra divinità per un intervento miracoloso e quindi ringraziare del beneficio avuto, pratica che affonda le sue radici nel mondo antico.
L’ex voto è del tutto volontario e si distingue da una qualsiasi offerta per la funzione che ad esso viene attribuita, ciò che conta non è il valore materiale dell’oggetto ma il significato di cui si è voluto investirlo al momento dell’offerta.
Nella cultura cristiana ringraziare è riconoscere il dono.
Esso non è che la manifestazione finale di un vasto processo che parte da una richiesta di intervento soprannaturale, continua attraverso l’esaudimento, prosegue con il pellegrinaggio e si esaurisce con l’esposizione dell’oggetto che si offre a pubblica testimonianza della fede e della
gratitudine.
Gli ex voto preparati per Pompei erano confezionati per un Santuario della contemporaneità.
Al principio la tradizione la tradizione adottò i modelli più consueti del grande itinerario anche campano della devozione, un genere caratteristico di ex voto era costituito dalle tavolette dipinte da artigiani locali, cosiddetti madonnari, in cui si riproducevano con un linguaggio figurativo molto semplice, essenzialmente tre elementi: - una illustrazione dell’episodio infausto che precedeva il miracolo con la
descrizione di cruenti dettagli, ad es. sale operatorie con medici che operano il paziente, calamità naturali come naufragi, frane, incidenti sul lavoro, domestici e stradali, e similari; - una descrizione narrativa con gli elementi forniti dai committenti, generalmente di estrazione popolare, ma anche di piccola e grande borghesia; - una rappresentazione del Santo che aveva corrisposto alla preghiera, raffigurato su una nuvola sovrastante la scena, con i personaggi, partecipanti al dolore del protagonista posti nell’atto di preghiera verso di esso.
In basso la locuzione latina: “V.F.G.A.” (Votum Fecit, Gratiam Accepit: Voto Fatto, Grazia Avuta), oppure quella italiana “P.G.R.” (Per Grazia Ricevuta) ne attestava la grazia ricevuta.
Con il XX secolo e l’affermarsi della fotografia e della stampa, le botteghe pittoriche artigiane iniziarono a chiudere e contemporaneamente si affermano nuovi moduli narrativi.
Nei Santuari si cominciano a vedere sempre più spesso cuori in argento, ringraziamento di valore più che di testimonianza, quadri e stampe standard, spesso con foto del miracolato incollate alla tavola con dediche prolisse che mancano di incisività rispetto agli ex voto preottocenteschi, ma che tuttavia testimoniano una tradizione che continua.
(Autore: Nunzia Improto)

*Significato storico degli Ex Voto
Pietro Caggiano, Michele Rak, Angelo Turchini, La Madre Bella, Pontificio Santuario di Pompei, 1990.

L'Associazione Bartolo Longo per gli studi della vita religiosa e della pietà nel Mezzogiorno pubblica in questi giorni un volume importante – il terzo -, per le edizioni del Pontificio Santuario di Pompei: La Madre Bella di Pietro Caggiano, Michele Rak, Angelo Turchini.
È una testimonianza, la prima in ordine di tempo, degli ex voto che hanno via via arricchito il tesoro artistico del Santuario. Gli Autori sono tre esperti di rilievo che sceverano rispettivamente la
teologia, il linguaggio e finalmente il significato storico degli ex voto in termini vuoi di storia sacra che di storia civile e culturale. Ma vediamo di tratteggiare rapidamente la vicenda degli ex voto nello sfondo delle culture in cui vennero in grado a formularsi.
È noto anzitutto che gli oggetti di devozione si distinguono fin dall’origine in eulogie, ovvero oggetti senza valore artistico, bensì testimoniale – come la terra di un determinato luogo sacro, o l’acqua e l’olio che sia – e oggetti che riproducono un’immagine miracolosa di un interesse intrinseco a seconda dei secoli in cui sono riprodotti. Ci sono infine medaglie, riproduzioni in miniatura di chiese, recipienti, incisioni; specie, nel secolo XV, xilografie. Fino al tardo Cinquecento ci sono xilografie e incisioni in rame dovute a maestri dell’altezza di Cranach, Dürer, Altdorfer.
Vi si affiancano pitture popolari su vetro – memorande le collezioni di Nicula, in Transilvania; e di particolare prestigio la tradizione orientale, dai bizantini in poi, di icone. Né da omettere gli stendardi delle confraternite, i rosari scolpiti, le spille, i crocifissi e i calvari – da ricordare fra questi ultimi quelli bretoni.
A quale riferimento culturale-artistico si riconnette quella particolare tradizione che attiene agli ex voto? La risposta è relativamente facile, considerando soprattutto l’area moderna. Storicamente, il discorso ha radici remote.
Basterebbe pensare alle collezioni che punteggiano vari paesi europei, dalla Germania, alla Francia, alla Svizzera; e ancora, al Portogallo e alla Spagna. In Svizzera, ad esempio, ne è stato effettuato un catalogo sistematico. In Italia, raccolte di straordinario prestigio punteggiano le Marche (Tolentino), l’Umbria (Bagni di Deruta vicino a Perugia), la Toscana (Montenero sopra Livorno), l’Emilia (S. Maria del Monte), la Campania (la Chiesa della Madonna del Carmine a Napoli).
Non sono che alcuni esempi.
Ebbene, la raccolta degli ex voto del Santuario di Pompei, appena dopo un secolo di vita, come La Madre Bella documenta, sarà legittimamente posta, d’ora innanzi tra le più insigni d’ordine nazionale
ed internazionale. Il discorso che i tre autori sviluppano è organicamente e scientificamente concepito in ordine ai punti prescelti.
Scegliere un voto, premette con molta chiarezza Caggiano, appartiene a una categoria anzitutto religiosa, che va sceverata come tale. L’ex voto appartiene allo stesso ordine della preghiera, riconosce un miracolo, si ipostatizza in un "gesto di riconoscenza". Sottile, teologicamente, è l’indagine sul "perché" della preghiera; sul miracolo come segno della potenza divina; sull’ex voto come messaggio e comunicazione di riconoscenza.
Seguono documentate testimonianze. "Il culto reso a Maria" osserva "deve corrispondere a quanto Lei fece e fa per adorare Dio"; e ancora: "Non sono tanto importanti le forme esterne di culto, quanto il loro accordo essenziale con la liturgia ed il suo obiettivo" (p. 39). "Visitare una galleria di ex voto o leggere un volume sugli ex voto è efficace come una "Biblia pauperum" (p. 42).
Sulla "lingua del voto" s’intrattiene Michele Rak, mettendo in luce con aderenza scientifica – antropologica, sociale, attinente alla storia della pietà -, "mentalità, tradizione e scrittura" operanti negli ex voto. E aggiunge legittimamente che il voto per molti non è soltanto una esperienza religiosa, ma anche una rara partecipazione comunicativa. Per alcuni devoti costituirebbe la prima esperienza "di quegli aggregati stratificati di modelli che chiamiamo arti" (p. 99).
Angelo Turchini procede a una analisi degli ex voto del Santuario di Pompei, distinti per materia, sviluppo storico, tipologia ricorrenti attestazioni documentarie di grazie, autenticazioni scientifiche delle grazie ricevute, caratteri ordinario o straordinario degli ex voto stessi motivi dominanti. Segue un’opportuna bibliografia generale, pompeiana in ispecie.
Ma veniamo alle tavole raffiguranti alcuni prototipi. Nell’insieme, è palese una mediazione continua fra le suggestioni artistiche di un determinato momento storico e la nativa, spontanea versatilità dell’ex voto. Il filtro è molto più sottile e genuino che in un particolare settore dell’arte, quello naif. L’autore dell’ex voto è presente con una carica emotiva che nella immancabile immediatezza risente della complessità dell’orbita di gusto in cui opera.
Talune inflessioni compositive, d’una particolare distribuzione "scenografica" dell’ambiente e delle figure si ricollegano con affettuosa intensità a una suggestione in collegamento con l’arte dei tempi.
In tal modo il gesto di una mano che si leva in preghiera, il profilo di una figura raccolta nell’intimità dell’orante, il nitore e la rarefazione di una stanza dove, al di là dell’ingenua eco naturalistica, aleggia il senso, quasi lo sgomento estatico del mistero. Si vedano cento paesaggi marini e terrestri; racconti di incidenti e catastrofi; talune combinazioni tra oggetti e figure dipinte; le fotografie, alcune molto belle: tutta una testimonianza, candida e luminosa, articolata nelle fibre dell’epoca tra storico e allusivo, naturale e soprannaturale, sospirato o intuito.
Un volume toccante, dunque, che si aggiudica nello stesso tempo al repertorio scientifico, scrupolosamente osservato, e al testimoniale, valido quanto la parola e la dottrina, di storia della pietà.

(Autore: Ferruccio Ulivi)

*Tradizione popolare artigiana tra passato e futuro

Quante volte entrando in un Santuario o in una chiesa ci siamo soffermati a guardare gli ex voto, tutti questi oggetti appesi alle pareti, stretti stretti per carenza di spazio, di materiale ed epoche diversi.
Essi costituiscono la testimonianza di una grazia ricevuta, come risulta evidente dalle sigle, in italiano o in latino, che spesso vi si leggono: VFGA (Votum Fecit Gratiam Accepit – Voto Fatto Grazia Ricevuta) e PGR (Per Grazia Ricevuta).
La molteplicità dei materiali usati e la limitata produzione rendono gli ex voto lavorazioni tipiche dell’artigianato d’arte. E pertanto la Mostra Mercato di Artigianato Religioso, nella VI edizione che si è tenuta a Pompei dall’11 al 14 novembre 1992, previde una tavola rotonda una Tavola Rotonda sul tema: "Ex voto, tradizione popolare artigiana tra passato e futuro" ed una analoga mostra dei più interessanti pezzi provenienti da Santuari, Chiese, Collezioni pubbliche e private.
Gli ex voto sono la testimonianza di una sofferenza.
In casa c’è un bimbo ammalato; la natura avversa colpisce con un gran terremoto; il mare sconvolto da una nera tempesta mette in pericolo la nave ed i marinai; un imprudente
attraversamento di un passaggio a livello ferroviario; sono momenti di estrema tensione, di terrore, di dolore che spingono l’uomo a "fare un patto con Dio".
L’uomo piange di gioia, è salvo.
Qualcuno ha capito "il suo linguaggio" e lo ha salvato. Proviamo ad immaginare il suo senso di gratitudine. Una gratitudine immensa, illimitata; una tensione emotiva di amore e di dovere. Il suo "far voto" connota la sua fede, il suo colloquio con il Padre, la sua speranza, poi esaudita, di essere salvato.
Con questo stato d’animo l’uomo si appresta a dire grazie, ma anche a lasciare traccia della sua storia. Di qui l’idea dell’ex voto, un simbolo della sua gratitudine.
Nasce così il bambino di dieci chili di argento, offerto alla Madonna in misura equivalente al
peso del bambino scampato alla malattia; o la tavoletta dipinta dai tratti "primitivi", o il modellino della nave, curato nei minimi particolari.
Raramente queste espressioni creative sono riconducibili all’attività manuale del devoto; ma quando questo accade emozioni, sentimenti, stati d’animo grati e fidenti, manifestati in maniera diretta senza intermediari, consentono di ottenere le migliori espressioni della creatività e raramente l’Arte.
Molto più spesso, però, sono frutto della collaborazione tra chi ha ottenuto la grazia e Maestri Artigiani capaci di tradurre esteticamente l’evento miracoloso.
Lo schema base degli ex voto deve tener conto di questi elementi: a) l’evento nel corso del quale è stata chiesta la grazia; b) l’immagine della Madonna o dei Santi; c) la figura del devoto; d) la scritta con cui vengono chiariti i dettagli dell’evento o semplicemente viene orientata la lettura della rappresentazione estetica con formule di ringraziamento.
Sono stati quindi coinvolti nel tempo, orafi, argentieri, decoratori, ricamatrici, ceramisti, pittori, e di recente fotografi, grafici, rendendo così gli ex voto una parte consistente della memoria storica e devozionale di un popolo, ma anche testimonianza delle sue tradizioni
artistico-artigiane. Questa tradizione va oggi scemando e minaccia di scomparire.
Vari i motivi fondamentali: - la frenetica vita odierna non consente pause di riflessione per cui capita sempre più spesso che la gratitudine si risolva in un semplice assegno bancario di cui poi non resterà più né traccia, né storia; - la difficoltà di reperire artigiani ed artisti disponibili a creare ex voto personalizzati, sia per carenza di informazioni (chi, dove, come, quando) sia perché gli artigiani stessi sono sempre più pericolosamente attratti dalle produzioni di serie e dalle lusinghe di mercato; - la evoluzione del gusto e l’esigenza di iconografie ed
oggetti consoni ai tempi attuali rendono ardue le individuazioni di nuovi simboli anche se, purtroppo sempre più spesso, vengono donate ai Santuari siringhe d’argento e d’oro.
La Mostra Mercato, avendo posto la sua attenzione su questi temi e sulle problematiche, intende attivarsi per chi, artigiano o fedele, voglia realizzare ex voto, creando contatti, fornendo documentazioni sulle iconografie e sui materiali. Intende altresì, rintracciare e documentare tutti quegli ex voto, testimonianza della fede, ma anche della sofferenza dell’uomo, inventariandoli, catalogandoli e fotografandoli, siano essi italiani o stranieri, raggruppandoli per regione, per tema, per tipo.
Sono stati esposti in Mostra due o tre ex voto: tavolette, sculture oggetti, teche, stoffe, tutti modi diversi di rendere tangibile la "emozione concretizzata" in un piccolo oggetto che racchiude in sé l’eco delle parole: "Grazie, non soffro più".
(Autore: Giuseppe Petagna)

*Segnalatissima grazia ottenuta in Udine nel mezzodì del 14 ottobre 1883

(Al recitarsi della Supplica alla vergine di Pompei)
“Esulto di gioia nell’annunziarle così prodigiosa grazia”. Così ci scriveva il 22 Ottobre da Butrio di Udine il signor Luigi Bettina, il quale con tanto affetto pone l’opera sua a propagare ovunque possa la divozione del Rosario e l’associazione all’opera di Pompei. “Dirò piuttosto, egli proseguiva, un manifesto miracolo avvenuto in Udine verso il mezzogiorno della memoranda solennità nel mentre che, secondo il programma, veniva in Pompei impartita col Venerabile la benedizione anche ai lontani, fusi in un solo pensiero con quello del popolo accalcato nel caro Santuario. Miracolo operato a favore di una religiosa della Casa Zitella, altra volta raccomandata alle orazioni della confraternita di Pompei. Esulto quindi aprendo l’animo mio alle più liete speranze. Ed io mi univa volentieri in spirito a festeggiare nel miglior modo possibile la Domenica 14 andante; e molti altri ai quali distribuii la supplica, si associarono meco”.
In Udine è un Istituto fondato al principio del secolo XVII, sotto il nome, che fu sempre conservato, di “Casa secolare delle Zitelle”.
Ivi ad una delle maestre patentate, che ha nome signorina Caterina de Simon, accadde un fatto straordinario. Il qual fatto, che ora narreremo, ci viene attestato con le firme del Direttore Spirituale dell’Istituto, Rev. Sac. D. Pietro Serravalle, della Direttrice della stessa Casa signora Caterina Valenti, e dal predetto signor Luigi Bettina, con la testimonianza dell’intera comunità del Pio Istituto delle Zitelle.
Lunga e penosa infermità rendeva grama la povera giovane. Il feroce morbo venne dai medici dai medici definito per escrescenza progressiva di cuore ed insufficienza mitrale e perciò giudicata inguaribile e minacciante la morte ad ogni momento.
Difatti sin dal Dicembre del 1882, che fu costretta a giacere in letto senza potersi mai sollevare, frequentissimi assalti fecero più volte temere imminente la sua morte. E i due professori curanti asserirono per più fiate che l’infermità era assolutamente disperata, e per questa ragione il medico dell’Istituto non la visitava che rarissime volte.
Si aggiungeva a tanto penare la perdita della voce ogni qualvolta tentava per brevi istanti levarsi di letto, e non la recuperava che dopo alquanti giorni. Non vi era medicina per costei valevole, non si trovava un calmante che potesse per un sol giorno donare all’inferma un po’ di quiete. Anzi al principio di Giugno del 1883, Caterina de Simon perdeva del tutto la voce. E così languendo e soffrendo, aspettando l’ultimo dei suoi giorni, vide passare la lenta estate, senza che un raggio di sole di speranza balenasse al conforto di quell’anima stanca del lungo patire.
In quello stato scrissero lettera a Pompei perché si facessero preghiere per l’inferma ridotta al mal passo. E le preghiere furono fatte: e con ansia rassegnata e dolente se ne aspettava il risultato.
Era il giorno di sabato 12 ottobre, vigilia della gran festa che i figlioli del Rosario di Pompei si preparava a celebrare, come in ogni anno, nella seconda Domenica di cotal mese. E le sue buone amiche, che meste erano d’attorno al suo letto, le vennero narrando i prodigi della Vergine di Pompei, e la festa che sarebbe per succedere il domani, ed il pellegrinaggio spirituale che dai devoti delle vicine e delle lontane città si sarebbe fatto il mattino seguente all’ora di mezzodì, al fine di recitare tutti uniti in uno spirito l’uniforme Supplica alla regina delle Vittorie. E quelle anime veramente fedeli ed amiche le andavano esponendo, come tutte le loro compagne e le allieve dell’istituto che si trovava a villeggiare in Butrio, avrebbero anch’esse in sul mezzodì del 14 fatto il pellegrinaggio spirituale e recitare insieme la Preghiera spedita a tutti i zelatori e zelatrici del novello Tempio, conforme era dettato nel Programma delle feste di Ottobre. E le suggerivano di unirsi con loro nella comune preghiera, che tutte le alunne e le maestre avrebbero fatto per lei inferma nel luogo ove villeggiavano. E la povera languante, che non aveva più nessuna speranza sulla terra, cruciata da strazi e dolori di cuori acerbissimi, come se a parole non potesse, rispose con cenni, che volentieri avrebbe loro fatta compagnia in spirito. E tutta notte punto non distolse il pensiero dai prodigi della vergine di Pompei. Ed oh! con quali palpiti affrettava quell’ora benedetta del mezzodì in cui migliaia di cuori semplici ed innocenti si sarebbero prostrati ai piedi della gran Regina dell’Universo, ed avrebbero implorato la sua benedizione sulla Chiesa, sul Papa, sull’Italia, sull’Europa, sui giusti, sui peccatori.
E giunse l’ora preordinata da Maria. La squilla del mezzodì del 14 Ottobre annunziava a tutti i figli del Rosario di Pompei l’ora della loro preghiera. E tutte le maestre ed alunne del Pio Istituto della Casa delle Zitelle si prostrarono a venerare e pregare la Vergine di Pompei. Unico era il desiderio di tutte, di ottenere cioè il prodigio della guarigione della loro amata compagna e Maestra, la Caterina de Simon. E la giovane moriente, dal fondo del suo letto di dolori, affranta dal feroce male, fioca, estenuata, con violenti battiti dell’infermo cuore, riaccesa di novella fiducia si unisce anch’essa in spirito a tutte le preghiere delle sue compagne ed alunne, e con tutti i pellegrinanti di Pompei incomincia anch’essa la preghiera. Ed oh, inaspettato prodigio! Oh, potenza della preghiera recitata in comune! In quell’istante, alla presenza delle persone che si trovavano nella sua camera, recupera di botto la voce che era del tutto perduta da quattro mesi e mezzo; ed una vita novella rifluisce ad inanimare quel corpo semispento. Le forze fisiche ritornano istantaneamente ed ogni sorta di dolori sparisce come per incanto. Avrebbe voluto levarsi dal letto in quell’ora medesima, tanto essa si sentiva rinfrancata da mano celeste, ma non lo permisero le sue buone assistenti. Ella fu in stato da poter scrivere.
Dire a mezzo non si può l’allegrezza, la commozione, il pianto che eccitò in tutte le giovani del Pio Istituto così lieta ed inaspettata notizia. La stessa Caterina, da morte tornata a vita, scrisse di proprio pugno due giorni dopo il prodigio alla Superiora, che villeggiava in Butrio, a sei miglia lontano da Udine. Era la parola del cuore, che erompeva in un’onda di affetti tenerissimi per la gran Madre di Dio. E scrisse il seguente attestato:
                                                                          Udine 16 Ottobre 1883
Rispettabile Madre Superiora,
con tutto il gaudio del mio cuore le faccio noto che nel punto in cui il pellegrinaggio giungeva al Santuario di Pompei, facendo anch’io la preghiera comune a quella prodigiosa Effigie, in un istante acquistai la voce perduta da tanto tempo, e la vita e le forze che più non avevo.
La prego a ringraziare tanto la Beata Vergine per me, e continui a raccomandarmi alla medesima.
  Aff.ma Figli
Caterina de Simon
Se non che nei cuori gentili e ben nati la gratitudine per un gran beneficio ricevuto non ha confini. E confini non aveva la viva riconoscenza e la consolazione di cui era compresa la giovane favorita da Maria. Non vedeva l’ora di uscire dalla sua stanza, e volare alle sue amiche, e narrare a tutti le meraviglie e le misericordie della regina del Rosario di Pompei. Difatti, come le venne permesso, tre giorni dopo, il 19 di Ottobre, sorse animata di novella vita, e per dare prova della potenza di Maria, il giorno seguente, senza nessun appoggio, che sarebbe stato necessario dopo la lunghissima ed estenuante infermità sofferta, e senza aiuto di nessuno, va prima al coretto e con le lacrime innalza la preghiera di riconoscenza a Dio, e poi va a scuola, e poi ritorna in camera. E nell’esuberanza dell’affetto di un’anima veramente grata alla Vergine di Pompei, non è contenta della prima lettera scritta alla sua superiora; vuole nuovamente scrivere di proprio pugno la sua esultanza, lasciare un perenne attestato di così insigne favore celeste. E scrive una seconda lettera quasi chiedendo altrui aiuto a lodare e benedire Maria.
Così pertanto ella scrisse:
Istituto Zitelle 20 Ottobre 1883.
Rispettabile Madre Superiora,
Evviva, evviva Maria! Oh sì, ripetiamolo pure con tutto l’affetto del cuore! Maria sa fare ciò che noi non possiamo neppure pensare: Evviva Maria! Ieri per la prima volta mi sono alzata: non ho avuto alcuna sofferenza, la voce non è per niente alterata. Oggi mi sono alzata prima delle 11 a. m., sono stata in coretto, in scuola ed ho camminato senza alcun aiuto ed appoggio e dopo ciò mi sono posta al tavolino, onde farle conoscere quanto Maria SS. ha operato in me, e ne venga con ciò sempre più glorificata. Non dubito che continuerà a raccomandarmi alla SS Vergine, affinché termini l’opera così ben cominciata.
Obb.ma Figlia
Caterina de Simon
Non sì tosto a noi pervenne la inaspettata novella di così novissimo avvenimento, che subito chiedemmo come è nostra usanza, l’attestato firmato delle persone più autorevoli della casa per pubblicarlo a gloria maggiore di Maria, del suo Rosario e del novello suo Santuario di Pompei. E presto a noi fu trasmesso quale fedelmente pubblichiamo.
ATTESTATO
Attestiamo per la pura verità i sottoscritti che la Signora Caterina de Simon, Maestra appartenente al Collegio della casa e Pio Istituto delle Zitelle in Udine, dell’età di circa 38 anni, affetta da malattia che i medici giudicarono escprescenza progressiva di cuore, e perciò inguaribile e pericolosa in modo che avrebbe potuto per loro dichiarazione succedere istantaneamente la morte a qualunque momento, allo scadere del passato Novembre dovette essa mettersi a letto, dal quale si alzò per circa una settimana sul finire del Dicembre, dopo di che tornò a letto per non rialzarsi più. Frequentissimi assalti fecero temere più volte la sua morte. Vi si aggiunse la perdita totale della voce da circa quattro mesi e mezzo. Prima di quest’epoca la perdeva ogni qualvolta tentava per brevi istanti alzarsi da letto e non la recuperava che dopo alquanti giorni. Il medico non le ordinava che qualche calmante, che non valeva mai a migliorarla per un solo giorno.
Sabato 13 del corrente mese le furono raccontati i prodigi della Vergine di Pompei e le fu raccomandato di unirsi con l’intenzione al pellegrinaggio spirituale che sul mezz0ogiorno del 14 avrebbero fatto le sue compagne e le allieve nella loro villeggiatura a Butrio distante 6 miglia da Udine, conforme a quanto si dettava nel programma delle feste di Ottobre a Pompei. Essa obbedì, ed in presenza di poche persone che si trovavano nella sua camera, in quel punto ricuperò affatto la voce insieme alle forze fisiche e non sentì più dolori di sorta, solo che dopo tre giorni sentì esternati e superficiali i dolori interni, e finalmente passò a quello stato che essa stessa ha descritto, e non accusa più dolori di cuore.
Udine 22 Ottobre 1883
Sac. Pietro Serravalle Direttore Spirituale dell’Istituto
Caterina Valenti Direttrice
Progresso e conferma della guarigione
Mancava soltanto a compiere la nostra spirituale letizia un attestato che ci scrivesse la propria mano la giovane favorita di Maria, che ne ponesse in chiaro tutti i particolari della prodigiosa grazia. E nel giorno 6 di Novembre la Signora Caterina de Simon non tardava a scriverci la seguente relazione, la quale quanto più si legge, tanto più si riconosce chiara la mano potente di Maria che favorisce i devoti al suo Santuario di Pompei.
Signor Avvocato,
Grazie infinite si rendano a Maria SS. Oh sì, innalziamo pure inni di ringraziamento a sì buona e dolce Madre che sa fare tanto e sì prodigiose cose. Io continuo ad alzarmi non solo, ma a riacquistare sempre più le forze in modo tale, che spero fra pochi giorni di ritornare ad occupare il luogo di Maestra da un anno lasciato interamente. Il medico medesimo quando mi vide rimase molto meravigliato, ed alzati gli occhi ad una immagine di Maria che ivi si trovava, con queste parole esclamò: “Questo è premio alla sua costanza”. E questa costanza non poteva attribuire ad altro che alla preghiera, essendo più di mezzo anno che non prendeva medicine, perché tutto era inutile.
Devo però confessare a gloria sempre maggiore di Maria SS. del Rosario, una verità, con la quale vedrà sempre più chiaro quanto Maria ami d’essere invocata sotto questo titolo. Sono diversi anni che faccio preghiere e novene per ottenere la guarigione e principalmente quest’ultimo; ma quasi ogni volta al termine della medesima andava peggiorando, ed io ero rassegnata ed a quanti mi visitavano dicevo: “Si vede chiaro che Maria non vuol farmi la grazia. Ella sa bene cosa fa”. Ma non lasciai per questo di pregare sapendo che la preghiera non cade mai in terra.
Il giorno poi del 14 di Ottobre tutto l’Istituto Zitelle pregava per me e tutti eravamo uniti spirito con i pellegrini che qua venivano: fu allora che Maria esaudì le preghiere di tutte. Io fui guarita. Maria dunque sia lodata e ringraziata in eterno!
Tosto che l’avrò pronta, mi farò un caro dovere di spedirle la mia tavoletta votiva da appendersi all’Altare della Vergine Santa, quale un povero attestato della mia gratitudine per la grazia ricevuta: o pregandola di farmi raccomandare alla stessa per il buon uso di così segnalato favore, piena di stima e di riconoscenza per le zelanti premure che Ella, Sig. Avvocato, di me si prende, mi protesto.
Udine Zitelle 6 Novembre 188Di Lei
Obb.ma serva Caterina de Simon
Attestiamo il mirabile e progressivo miglioramento della de Simon, e la cessazione totale dei morbosi suoi incomodi.
Sac. Pietro Serravalle Direttore spirituale dell’Istituto
Caterina Valenti Direttrice.
Novello attestato del signor Luigi Bettina
Butrio d’Udine 8 Novembre 1883
Illustrissimo Signor Avvocato, La de Simon continua a godere salute, né ciò deve recarci sorpresa, giacché sappiamo che la Madonna non fa mai le cose a mezzo. E con l’inviarle la lettera della graziata, gioisco di poterle offrire un nuovo attestato della perfetta guarigione, ottenuta istantaneamente nella lieta memoranda solennità del 14 di Ottobre.
Sono impaziente di veder pubblicato il fatto della De Simon, come quello che contribuirà mirabilmente a dilatare anche in queste parti il benefico incendio, che sciogliendo il ghiaccio del funesto dominante indifferentismo, con il risveglio della devozione alla regina delle Vittorie, ne accelererà il trionfo, che è scopo supremo dei comuni voti e preghiere.
Dev.mo Obblig.mo servo
Luigi Bettina
E gli effetti benefici e mirabili di così grande grazia già cominciarono di buon’ora a risentirsi nei luoghi ove giunse la notizia della Vergine di Pompei. E fu tutto questo ad annunziarcelo il valoroso Zelatore di Maria con la seguente lettera.
Butrio d’Udine, 13 Dicembre 1883
Illustrissimo Signor Avvocato
La istantanea guarigione della De Simon nella memoranda solennità del 14 Ottobre, come è ben naturale, dà molto a parlare in Udine e fuori, e giusta quanto scriveva, contribuirà mirabilmente a dilatare la devozione al Rosario di Maria.
Dev.mo Aff.mo Servo
Luigi Bettina
E la giovane protetta da Maria dà subito inizio al ricamo di oro e di seta, che vuol porre ai piedi della sua generosa liberatrice in Pompei, quale segnale di voto adempiuto. E senza por tempo in mezzo, il 9 gennaio di questo anno era il lavoro presso il suo termine.
E si piace darne ragguaglio il venerando sullodato Direttore spirituale.
Udine 9 gennaio 1884
Pregiatissimo Signor Avvocato
La Signora de Simon sta per terminare il ricamo che intende spedire a Pompei per sciogliere il voto, e spero che dentro il mese si potrà mandare. Il medico continua a riconoscere nella sua guarigione un fatto straordinario estraneo alla scienza ed ora le pronostica lunghi anni di vita.
Dev.mo Servo
Sac. Pietro Serravalle
Il 12 Febbraio infatti, siccome annunziammo nel 1° Numero del nostro Periodico, a pag, 48, giunse a valle di Pompei la elegante tovaglietta votiva con pregiati ricami in mezzo dei quali si leggono queste memorande parole:
ALLA B. VERGINE DEL ROSARIO
CATERINA DE SIMON
RICONOSCENTE
UDINE 14 OTTOBRE 1883

ISTITUTO ZITELLE

(Da: Il Rosario e la Nuova Pompei - 1884)

*Ex voto affissi alle pareti

È una sorta di immersione nella storia personale di uomini e donne che, attraverso dipinti, offerte votive in lamina, fotografie, diplomi di maturità o di laurea e tanti semplice oggetti, ringraziano la Madonna di Pompei e il Beato Bartolo Longo per la loro intercessione in un momento particolare della propria vita. Il dono è spesso accompagnato dalle sigle “V.F.G.A.” (Votum Fecit, Gratiam Accepit: voto fatto, grazia avuta) o P.G.R. (P.G.R. (Per grazia ricevuta), che ne spiegano le ragioni.

Andando però sotto la superficie delle cose, mettiamo in evidenza il senso celato di quel dono fatto alla Vergine o ai santi. Non a caso si parla di una vera e propria “Teologia dell’ex voto”, che è un memoriale, il segno tangibile che un nostro fratello o una nostra sorella ha sperimentato concretamente che Dio è il Signore della storia. È sempre Dio che guida la vita di una comunità, di una famiglia, di un singolo. L’ex voto, poi, richiama sempre la preghiera, strumento per entrare in relazione con la Vergine e i Santi e, anche attraverso di loro, parlare con Dio.

     

Papa Francesco ha dedicato al tema della preghiera un intero ciclo di catechesi. In particolare, durante l’udienza generale del 9 dicembre 2020, ha detto: “Tutti sperimentiamo, in un momento o nell’altro della nostra esistenza, il tempo della malinconia, della solitudine. La Bibbia non si vergogna di mostrare la condizione umana segnata dalla malattia, dalle ingiustizie, dal tradimento degli amici, o dalla minaccia dei nemici.
A volte sembra che tutto crolli, che la vita vissuta finora sia stata vana. E in queste situazioni – quando sembra che tutto crolli – apparentemente senza sbocchi c’è un’unica via di uscita: il grido, la preghiera: “Signore, aiutami!”. La preghiera apre squarci di luce nelle tenebre più fitte. “Signore aiutami”.
Questo apre: apre la strada, apre il cammino”. Il Signore, e lo dimostrano gli ex voto esposti in Santuario, ascolta sempre la nostra preghiera. “Non c’è orante nel Libro dei Salmi – ricordava ancora il Santo Padre – che alzi il suo lamento e resti inascoltato.
Dio risponde sempre: oggi, domani, ma sempre risponde, in un modo o nell’altro”. Lo fa a volte in maniera sorprendente, inaspettata. È lì che riconosciamo la grazia, è lì che si arriva a parlare di miracolo. Ma il primo miracolo è l’amore di Dio per l’uomo, che non si esaurisce mai anche quando la nostra preghiera resta apparentemente inascoltata. C’è sempre, anche dietro la richiesta di una grazia che riteniamo non ascoltata, un disegno d’amore, la volontà di Dio che ci ha creati per una gioia non limitata nel tempo, ma eterna.
Quando però il Signore accoglie la nostra richiesta di aiuto, ne siamo così felici che, come il lebbroso guarito del Vangelo (Mc 1, 40-45), non possiamo fare a meno di dirlo agli altri, ad annunciarlo anche attraverso un segno esteriore, come quello di offrire un ex voto al Santuario di Pompei. È il simbolo della nostra riconoscenza, il nostro grazie alla Vergine e al Beato per la loro intercessione presso Dio.
Il tema degli ex voto, emblema della nostra gratitudine dinanzi alla paura della malattia, al dolore della sofferenza e della morte, spesso vissuta nella solitudine di un ospedale, ci siamo resi conto di quanto fossero friabili le nostre certezze, che sembravano granitiche. Senza Dio non abbiamo né meta né cammino sicuro.

(Autore: Tommaso Caputo - Arcivescovo Prelato e delegato Pontificio)

*Grenada 22.10.1961

1 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Una rara fotografia del 1961 racconta l’incendio e l’affondamento della nave passeggeri “Bianca C”, avvenuta il 22 ottobre di quell’anno.
Partita da Napoli e diretta a La Guayra, in Venezuela, aveva fatto scalo nella baia di Grenada, nei Caraibi, dove improvvisamente si verificò una violenta esplosione al motore e il conseguente incendio della sala macchina. I passeggeri erano 362 e l’equipaggio era formato da 311 marittimo.
Un macchinista e un fuochista persero la vita nell’esplosione, ma si evitò la strage grazie alle efficaci operazioni di salvataggio tanto che l’equipaggio volle ringraziare la Madonna di Pompei donando l’immagine come ex voto.

*Venezia, Maggio 1891

2 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
L’ex voto a destra è un olio su tela di 23 per 29 centimetri e riporta questa semplice iscrizione. Raffigura il gesto di pregare il Santo Rosario.
Accanto un montaggio fotografico che descrive un bambino inginocchiato a pregare la Vergine.
L’arte pittorica e quella fotografica sono tra le più utilizzate per esprimere riconoscenza a Maria.

*12 settembre - Cavallo Francesco

3 - L'ex voto, il dono di un cuore grato

È il 12 settembre (l'anno non è indicato), festa del Santissimo Nome di Maria, quando il piccolo Cavallo Francesco cadde accidentalmente da un treno0 in corsa tra Figline Valdarno e san Giovanni Valdarno, in Toscana.

Un incidente che lascia ben poche speranze, ma la Madonna, che è Madre provvidente, gli salva la vita e il bambino, da quella caduta, uscirà indenne.

Il fatto è descritto con una tempera su tavoletta votiva.

*25.04.2019 - Cappella di Bartolo Longo

4 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Un devoto racconta la grazia ottenuta sia con le parole sia attraverso un disegno su cartoncino.
Era in attesa di essere sottoposto a un intervento di rimozione tumorale al polmone quando, poco prima di partecipare alla Messa nella Cappella Bartolo Longo, si sentì spingere sulla spalla. Affrontò l’intervento nel maggio 2019, guarendo perfettamente.

*Crollo del balcone

5 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
La Madonna del Rosario intercede per una mamma, che insieme ai suoi tre figli rischia la vita nel crollo del suo balcone. L’opera, che descrive l’evento drammatico con forza plastica, è una tempera su tavoletta ed è collocata in Santuario, attualmente lungo il corridoio della Cappella “San Giuseppe Moscati”.

*Guarigione avvenuta nel 1921

6 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Il 3 luglio 2020, presso il Palazzo arcivescovile di Napoli, i militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Monza hanno restituito ad alcune diocesi campane e lucane, tra cui Pompei, delle tavolette votive trafugate.
Tra le altre, la tempera su tavola qui pubblicata che descrive la grazia della guarigione di un devoto, avvenuta nel 1921.

*Felicia D'Acunto - 22 settembre 1893

7 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
In una tempera su tavoletta è “raccontata”, attraverso un’opera pittorica di drammaticità semplice, ma potente, l’intervento prodigioso della Vergine Maria che, il 22 settembre 1893, salvò la vita alla piccola Felicia D’Acunto, caduta accidentalmente dal balcone di casa.

*Da una bottega Napoletana - Anno 1903

8 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Molti ex voto descrivono storie di naufragi e raccontano di un tempo, tra fine Ottocento e inizio Novecento, quando non era così difficile trovare la morte in mare per un’improvvisa tempesta.
 
L’olio su tela a destra è stato realizzato da una bottega napoletana nel 1903, lo stesso anno in cui la Vergine Maria salvò i marinai del veliero dalla furia delle onde.

*Carmine Esposito (NA)

8 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Il fatto è descritto con una tempera su tavoletta. A Napoli, tra vico Bagnara e piazza Dante, Carmine Esposito, cadde da un carretto rischiando la vita.
A vegliare sul malcapitato fu la Madonna di Pompei, raffigurata in un’immagine affissa sul muro di una casa. Il carro ricorda tanto quello guidato da Angelo Tortora, al quale, il 13 novembre 1875, Bartolo Longo diede il compito di trasportare a Pompei il Quadro della Madonna del Rosario.

*Giuseppina - 1973

9 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Un intervento chirurgico è sempre fonte di inevitabili timori e non pochi ex voto raccontano dell’intercessione della madonna per illuminare le scelte dei medici e infermieri in sala operatoria.
In questo quadretto, una tempera su cartoncino, l’intervento eseguito per una devota, Giuseppina, nel 1973.
Grazie alla perizia dei dottori e all’aiuto di Maria avrà salva la vita.

*Raffaele Giusti 19-10-1957

10 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Il 19 ottobre 1957 un devoto dona alla Madonna, “per grazia ricevuta”, un olio su tela opera di un pittore che si firma “C. Crispin”.
Il dipinto descrive la cella di un carcere e un detenuto che prega, a braccia aperte in segno di totale affidamento, dinanzi all’immagine della Vergine raffigurata sul muro spoglio.
La grazia è la ritrovata libertà.

*Terry Mc Erlean – Jan 6.2010 – Florida U.S.A.

11 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Sono tanti gli ex voto che I devote d’ogni parte del mondo donano alla Madonna. Nella foto a destra, una tavoletta votiva con lamella anatomica argentata inviata dalla Florida, negli Stati Uniti.
Il nastro azzurro fa pensare che la grazia sia stata ricevuta da un bambino.

*Salvati dall'annegamento

12 - L'ex voto, il dono di un cuore grato
Un ex voto per la Madonna che li ha salvati dall’annegamento
«Per grazia ricevuta»: è questa la formula che accompagna, da tempo immemorabile, le offerte votive dei fedeli per aver esaudito le preghiere. Al Santuario, sono migliaia gli ex voto che i devoti della Madonna, nel corso dell’anno, portano per ringraziare la Vergine del Rosario di Pompei d’aver ascoltato le loro invocazioni. Oggetti per loro preziosi, simbolo della “grazia” ricevuta, che attestano la loro gratitudine. Domenica 8 ottobre, sono stati Mario ed Emma a donare al Santuario una tavoletta dipinta che descrive l’intervento prodigioso della Vergine che li ha salvati dall’annegamento.
Il 30 agosto, i due, al mare a Paestum (Capaccio, Salerno), sono stati travolti dalle onde mentre passeggiavano sulla battigia, e trasportati, poi, a largo dalle forti correnti, tanto da non riuscire più a tornare a riva a nuoto.
Mario colto da malore ed Emma, terrorizzata, hanno iniziato a pregare. Hanno provato a chiedere aiuto ma nessuno riusciva a sentirli, fin quando qualche bagnante, finalmente, si è accorto di loro due e della situazione di pericolo in cui versavano. A quel punto il barchino di salvataggio è riuscito a soccorrerli e a portarli in sicurezza.
Mario ed Emma, grati alla Vergine, dunque, hanno donato la tavoletta con la scritta «Ringraziamo la Madonna di Pompei, che ci ha concesso la grazia della vita e la preghiamo in eterno per soccorrere chi ha bisogno di lei travolto dai flutti»
(M.D.)
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